giovedì 17 novembre 2011

Un esercizio ben svolto!


"UN AMORE"


Autore: Dino Buzzati
Opera: romanzo
Spazio: Milano
Tempo: 1960 / 1962
Personaggi: principali Antonio Dorigo e Laide
                    secondari: Ermelina, Marcello
 intreccio
narratore: sia esterno che esterno


situazione iniziale: Antonio Dorigo, architetto e scenografo cinquantenne, va nella casa di appuntamenti della signora Ermelina e conosce Laide, una delle prostitute, una ragazza ventenne che lo conquista subito. Chiede infatti altri incontri con lei, che non intende dargli quella confidenza che lui vorrebbe. Parla poco della sua vita privata, e fin da subito Antonio, sotto sotto, intuisce che lei racconti bugie, ma non riesce a fare a meno di frequentarla.

Antonio si innamora come un ragazzino, pur sapendo che la differenza di posizione sociale, la differenza d'età  e l'indifferenza di lei, rendono impossibile questo amore, ma perde la testa e la dignità, aumenta la gelosia in proporzione all'aumentare della frequenza degli appuntamenti. L'intelligenza e la maturità sono ampiamente calpestate da questa ragazza tutto sommato non bellissima, non gentilissima con lui,non sempre disponibile...ma che l'ha conquistato e si è impadronita di lui più di quanto non vorrebbe ammettere lui stesso. Mi colpiscono pagine in cui descrive sia scene immaginarie, sia  descrizioni di reali scorci di Milano annullando la punteggiatura, quasi come se un pensiero prepotente non potesse essere interrotto neppure da una misera virgola nel suo esprimersi...

colpisce anche l'analisi che Antonio fa di questo amore: un amore che gli fa osservare la natura, la città e il suo solito ambiente con gli occhi di un innamorato che desidera solo condividere queste emozioni con la donna  amata. Antonio razionalmente sa che questo è un amore impossibile e come tale solo fonte di dolore, ma è un sentimento più forte di tutti i ragionamenti.  Infatti all'inizio è solo sesso, ma poi il sesso passa in secondo piano, è proprio amore

Laide riesce a far perdere la testa ad  Antonio tanto da farsi sistemare in un appartamento ,farsi pagare le ferie e, cosa peggiore e inqualificabile, tradirlo con Marcello e chissà con quanti altri uomini, con una spudoratezza mascherata da ingenuità e ostentata sincerità. Ogni tanto Antonio ha qualche sospetto, ma è talmente innamorato che crede a tutto ciò che Laide gli racconta o comunque  vuole crederle pur di non perderla. Accetta in pubblico di farsi chiamare zio, pur comprendendo che si rende ridicolo, a tutte le richieste di lei si piega pur di  continuare a vederla e frequentarla.

Continua così questa relazione, dolorosa per Antonio e redditizia per Laide, finchè lui si arrende all'evidenza e apre gli occhi sui tradimenti di lei. La lascia, ma per breve tempo: sta troppo male e, calpestando per l'ennesima volta la sua dignità,  sapendo che lei come sempre lo farà comunque stare male, la cerca e ricomincia a frequentarla.

Una notte, nel dormiveglia, Laide gli confida di essere incinta e...d'un tratto Antonio si placa, la vede con altri occhi, si autoconvince che forse è stata anche colpa sua se Laide mentiva e tradiva,  troppo geloso, troppo falso nella sua borghese visione dei ruoli ben distinti ,che forse la maternità la cambierà, che forse la tregua è arrivata per dargli un po' di pace, che forse  è arrivato il momento della felicità... e invece si sente svuotato, malinconico, stanco, è finita sì la tempesta ma è anche finita l'illusione di recuperare ciò che in amore lui non ha vissuto da giovane, per timidezza e per paura di essere rifiutato, o comunque come se per lui l'amore non fosse una cosa seria. Ora invece si rende conto di essere stato totalmente in balia di Laide, di non aver pensato per due anni alla morte, sua vecchia ossessione, merito della forza dell'amore. All'improvviso ci ripensa, segno che si è risvegliato da quel torpore in cui era precipitato, accecato da una ragazzina che ora è diventata adulta e mamma.



Secondo me questo romazo è interessante perchè racconta una vicenda che capita spesso da sempre anche nella realtà. E' molto credibile come un cinquantenne possa perdere la testa per una ragazza, soprattutto se non ha mai conosciuto il vero amore. Come Antonio, professionista intelligente , molti uomini di mezza età si innamorano in modo talmente totalizzante da non capire o non voler capire l'assurdità della situazione che stanno vivendo. Si adattano a qualsiasi compromesso, calpestano princìpi di una vita, strisciano letteralmente ai piedi di ragazze senza scrupoli. Interessante anche l'ambientazione: una grande città come Milano, di cui descrive piccoli quartieri periferici quasi sconosciuti anche a chi è residente, che supportano bugie raccontate dalla protagonista, che  rendono più vera una storia come questa.  E poi  l'eterno gioco delle parti in amore: il debole     e il forte, l'innocenza e la spregiudicatezza,    il comune pensare borghese nei confronti delle prostitute, l'effetto negativo che in questi casi procura l'amore in uomini maturi d'età ma molto fragili emotivamente. Molto apprezzabile è   lo scrivere in modo semplice, un linguaggio comprensibile a tutti, non volgare ma esplicito .


Ornella Olfi                                                                                                             

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