Favola:
a) Protagonisti: animali umanizzati e parlanti, ma anche oggetti animati
b) Rappresentazione simbolica della natura umana, con tutti i vizi e le virtù
c) Visione conservatrice della società
d) Ogni favola, in modo particolare quelle antiche, ha solitamente una visione pessimistica
e) I luoghi: corrispondono molto spesso alla realtà e fanno da sfondo sfumato al racconto, non suscitano emozioni come nelle fiabe
f) Caratteristica principale: la favola ha sempre una morale ben espressa o comunque comprensibile, all’inizio o alla fine del testo
g) Scopo principale: attraverso l’ironia, spesso il narratore denuncia ingiustizie sociali, ridicolizza i difetti degli uomini, ne critica i vizi.
Fiaba:
a) Protagonisti: re, regine, principi e principesse, ma anche personaggi semplici e quotidiani e tanti folletti, maghi, orchi, streghe, fate, nanetti...
b) Rappresentazione della memoria collettiva: credenze delle società primitive sul carattere magico-fantastico dei fenomeni naturali; riti di passaggio dalla fanciullezza alla giovinezza (riti di iniziazione): si pensi a Pollicino o Biancaneve nel bosco oscuro. Superare le prove significa diventare maturi.
c) Visione conservatrice della società
d) Ogni fiaba ha caratteristiche costanti (descritte daVladimir Propp)
e) Luoghi: castelli, boschi posti incantati, regni suscitano molte emozioni e sensazioni
f) Caratteristica principale: ha sempre un lieto fine. Vincono sempre i buoni (tranne rarissimi casi) e ciò invita alla bontà, alla correttezza nei rapporti, a mantener fede alla parola data perché si viene sempre ricompensati. Visione ottimistica della vita
g) scopo principale: intrattenere, divertire, far sognare e dare anche insegnamenti di vita all'ascoltatore.
Entrambi i generi hanno però il tempo indeterminato (c’era una volta nelle fiabe; d’inverno, a primavera … nelle favole).
Nelle favole il linguaggio è costituito da frasi semplici e immediate, dall’uso di aggettivi efficaci che sottolineano la qualità dei personaggi. Sono presenti molti dialoghi.
Le finalità
Scopo preciso delle favole è quello di trasmettere – in forma scherzosa e piacevole, ma alludendo al carattere dell’uomo – insegnamenti e ammonimenti utili alla vita comune, o a esprimere indirettamente i soprusi dei potenti sui più deboli, che hanno quasi sempre un riscatto morale, una rivendicazione dei loro diritti (in alcune favole, infatti, sotto forma di ironia, il potente soccombe). L’uso degli animali e l’ironia (o satira) con cui vengono narrate permettevano al narratore di denunciare tante ingiustizie e malvagità dei potenti senza temere (almeno così sperava) di essere ucciso per calunnia e diffamazione. In altre favole, soprattutto quelle antiche, spesso la società è conservatrice: ciò che esiste, rimane inalterato. I deboli e i fragili rimarranno sempre tali; e così i potenti.
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