martedì 15 novembre 2011

ri-crea-attivo

Inizieremo un percorso nella descrizione.
Vi invito a osservare e a farvi osservare dall'opera "Avanti Popolo" di Erminio Ariano.
Guardate, fatevi guardare.
Lasciatevi cullare!

lunedì 14 novembre 2011

della citazione

La lettura dei buoni libri è una sorta di conversazione con gli spiriti migliori dei secoli passati.
Cartesio

giovedì 10 novembre 2011

per riassumere


Il PUNTO DI VISTA 

La focalizzazione è una delle chiavi di lettura di qualsiasi opera letteraria.
La focalizzazione passa per:

a)     il narratore esterno con focalizzazione zero
b)     il narratore esterno con focalizzazione esterna
c)      il narratore interno

 Il narratore esterno  con focalizzazione zero è detto onnisciente perché sa tutto.
Un narratore onnisciente può iniziare il suo racconto partendo da qualsiasi punto della storia e muoversi agilmente tra flashback e anticipazioni; così come un narratore protagonista, può raccontare al passato una vicenda già accaduta, volgendosi indietro nel tempo; i verbi al presente, viceversa, daranno al lettore la sensazione che la storia si stia svolgendo davanti ai suoi occhi nell’esatto momento in cui sfoglia le pagine del libro, dandogli la consapevolezza che qualsiasi cosa potrebbe accadere.
La storia è narrata in terza persona ed i tempi verbali sono prevalentemente al passato.  Ha la possibilità di fare delle divagazioni, di riflettere, o far riflettere. Sovente interviene con giudizi, più o meno celati, chiarendo meglio le singole situazioni.
Ha il vantaggio di poter descrivere dall’esterno i personaggi, dando una falsa idea di oggettività, di poter dire ciò che avviene in più luoghi anche simultaneamente, fare previsioni rispetto a quanto deve ancora accadere, descrivere accuratamente i desideri più nascosti di ogni personaggio.
 Il narratore esterno a focalizzazione esterna racconta sempre in terza persona, ma è molto più distaccato del primo. Racconta solo ciò che vede, cercando di essere il più possibile oggettivo. I sentimenti delle persone sono dimostrate dagli atti compiuti dai personaggi dei quali sa e dice solo ciò che fanno. Fa un uso abbondante dei dialoghi e le sue riflessioni sono poste sotto la forma dell’ipotesi e dell’interpretazione.
Il narratore interno potrebbe essere il protagonista stesso a raccontare in prima persona la sua storia, o anche un testimone che ha assistito all’evolversi della vicenda.
È chiaro che chi legge avrà una conoscenza dei fatti limitata alla diretta esperienza del narratore-personaggio; ogni evento sarà filtrato dal suo giudizio e non sapremo nulla di più o di meno di ciò che è già di sua conoscenza.

dell'incipit

San Gennaro non dice mai no 

di Giuseppe Marotta (1902 – 1963) 

scrittore e sceneggiatore italiano


Sono contento, pensai, che mi capiti di andare a Napoli proprio in questi giorni, prima che finisca il mese di marzo.
In marzo a Napoli è una città bambina, con le violette in mano, che va a fare la sua prima comunione. Chiede indulgenza per i suoi peccatucci invernali – una incipriatura di neve il 29 dicembre, pioggia e vento nell'ultima settimana di gennaio, uno scivolone il 15 febbraio all'Arco Mirelli con frattura del femore eccetera –, mea culpa dice sfavillando in ogni vetro di finestra, riceve l'assoluzione, riceve come sacramento un sole purissimo, un sole particolare; e infine si alza, strizza l'occhio a una nuvoletta che è apparsa dietro il Vesuvio, conta fino a sessanta.

martedì 8 novembre 2011

focalizziamo l'attenzione


Il punto di vista è una scelta su cui focalizzare l’attenzione.
Si colloca prima rispetto al momento in cui avvengono le vicende narrate e infatti ne conosce già l’epilogo ed è pertanto in grado di muoversi nel tempo anticipando o posticipando i fatti; allo stesso modo conosce tutti i personaggi e può esprimere il proprio giudizio su ognuno, oppure, assumere di volta in volta il loro punto di vista svelandocene i pensieri e i sentimenti più intimi. In questo caso, quando il Narratore ne sa più dei suoi personaggi  si parla di focalizzazione zero.
Quando, invece, il narratore si limita a riportare i fatti avremo una focalizzazione esterna del punto di vista. Sta a chi legge dare un parere sulla base delle loro azioni, di cui il narratore è solo un spettatore.
Il narratore interno conosce dei personaggi solo quello che conoscono e dicono essi stessi.
Il narratore può essere un personaggio ed identificarsi con esso; in questo caso abbiamo la focalizzazione interna fissa.
Oppure può identificarsi con i vari personaggi adottandone di volta in volta il punto di vista. Non è affatto detto che ci dia indicazioni di alcuna preferenza in tal senso. La focalizzazione in questo caso  è interna  e variabile.
Il narratore interno può anche essere il protagonista e narrare in prima persona. Succede prevalentemente  nei diari  e nei racconti autobiografici. Il punto di vista in questo caso è unilaterale: il lettore avrà attraverso il flusso di coscienza la visione dei fatti e del mondo, e solo quella,  che ha il protagonista-narratore.

dell'incipit

Franz Kafka (1883-1924)
America
Quando il sedicenne Karl Rossmann, mandato in America dai suoi poveri genitori perché una cameriera l'aveva sedotto e aveva avuto un figlio da lui, entrò nel porto di New York sulla nave che aveva rallentato, vide la statua della Libertà tanto a lungo contemplata, come se attorno ad essa la luce del solo si fosse improvvisamente fatta più intensa. Il braccio con la spada svettava in alto come se si fosse alzato allora, e attorno alla sua figura aleggiava libera l'aria.
"Com'è alta!", si disse, e giacché non pensava minimamente a muoversi fu spinto via via contro il parapetto dalla folla sempre più folta di facchini che gli passavano accanto.
(Traduzione: Mirella Ulivieri)

domenica 6 novembre 2011

è il tuo punto di vista!


Il punto di vista è l'angolazione di colui che narra.
Bisogna stare attenti a non confondere l’autore con il narratore: l’autore è colui che scrive la storia, il narratore è colui che  la racconta.
Ovviamente, mentre leggiamo un racconto o un romanzo ci facciamo un’idea di chi l’ha scritta, ma questa opinione non sempre corrisponde al vero.
Il narratore ha l’importante compito di focalizzare la vicenda da un determinato punto di vista.
Il narratore può raccontare in prima persona, ma anche in terza persona.
Il narratore che ci guida attraverso la storia si chiama narratore di primo grado.
Se la storia contiene un’altra storia, con un altro narratore, avremo il narratore di secondo grado. Succede quando uno dei personaggi riferisce a un altro quello che è già successo.
Il narratore può essere interno, quando anch’egli partecipa alla storia; oppure esterno, quando non appare.
Possiamo tracciare uno schema sul narratore.
Il narratore interno può essere:
un narratore protagonista, se la sua voce è quella del protagonista;
un narratore testimone, se la sua voce appartiene a un personaggio secondario.
Il punto di vista può essere definito "dal di dentro" nel caso il narratore conosca già tutto della storia, oppure "dal di fuori" se il narratore si distacca intenzionalmente da ciò che narra.
Il punto di vista è la coscienza che filtra la narrazione.
Ci sono quattro classificazioni di punti di vista:
1) LA PRIMA PERSONA, punto di vista interno al personaggio. Può essere INTRADIEGETICO (autobiografie o diari) o EXTRADIEGETICO (bambini o persone che non capiscono perfettamente quello che accade loro intorno). Permette il coinvolgimento del lettore (l’io parla con noi, usando il voi o il tu, nel caso di romanzo epistolare); può essere colloquiale o formale; può essere o meno il personaggio principale e può mescolarsi con la terza persona.
Per superare i limiti della visione in prima persona si possono raccontare storie nelle storie (, usare lettere o diari o il PUNTO DI VISTA ATTRIBUTIVO, cioè il personaggio immagina cosa sia potuto accadere quando lui non c’era.
2) LA SECONDA PERSONA il personaggio parla a se stesso, il tu coincide con l’io, il lettore viene lasciato fuori, punto di vista narcisistico.
3) LA TERZA PERSONA, si parla di un LUI o LEI o il personaggio viene chiamato con un nome proprio. Ha un tono più distaccato ed estraniante rispetto alla prima persona, ma c’è più libertà di movimento e di conoscibilità dei fatti per il lettore.
La terza persona può essere SINGOLA o MULTIPLA.
La terza persona può essere LIMITATA o ONNISCIENTE / INTRADIEGETICA.
La terza persona extradiegetica guarda ma non interpreta e non sa.
Se onnisciente, la terza persona può essere PERSONALE o IMPERSONALE.
4) PUNTI DI VISTA ESTERNI riprendono quello che accade in modo neutrale, è il lettore a trarre le sue considerazioni.