L’osservatore, la sua posizione e la sua percezione sono gli
elementi principali del punto di vista.
Ogni qualvolta che vogliamo narrare, dovremmo prima di tutto
chiederci consapevolmente quale sarà il miglior punto di vista, quello, cioè,
più efficace per raccontare sia la trama che i personaggi così come li abbiamo
concepiti.
Il punto di vista deve essere efficace. Deve essere il
miglior modo possibile di concepire e “vedere” la storia.
In qualche modo deve poter essere il più… “comodo”! Non
trascuriamo, però, anche l’aspetto appassionante e originale che deve assumere
il punto di vista.
Immaginiamolo come un filtro o una finestra. Quando narriamo
non possiamo raccontare ogni cosa, ma dobbiamo, necessariamente, prendere una
sezione, una parte, quella che contiene in sé un messaggio, il messaggio che
decidiamo d’inviare al nostro lettore.
Noi lavoriamo come architetti: ogni cosa è in equilibrio,
ogni scelta dovrà essere funzionale al tipo di vicenda che abbiamo deciso di
raccontare.
Non imprimiamo un segno, piuttosto educhiamo il lettore,
facciamo in modo, cioè, da portare fuori ciò che ha dentro.
Il lettore deve rievocare.
La storia e il punto di vista sono parenti stretti. Il punto
di vista è una conseguenza della storia e si conforma al contenuto della storia
stessa.
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