domenica 1 gennaio 2012

Fantasia e realtà




Chi scrive deve turbare gli animi. 
Il turbamento, il rimescolamento e lo scompiglio dei sensi, rende coese fantasia e realtà.
Katherine Mansfield, in una delle sue Lettere (ormai introvabili in italiano), quella scritta l’11 ottobre 1917 all’amica pittrice Dorothy Brett, le fonde per tutti noi.

[…]Quando passo davanti a una vetrina di mele non posso fare a meno di fermarmi e di guardarle fissamente, fin che sento che io stessa divento una mela, e da un momento all’altro posso far venire fuori una mela, miracolosamente, dal mio essere, come un prestigiatore fa venire fuori un uovo… Quando dipingete mele, non sentite che anche i vostri seni e i vostri ginocchi diventano mele? O forse queste vi sembrano grandi sciocchezze? A me no. Sono sicura di no. Quando scrivo di anitre, giuro che sono un’anitra bianca dai rotondi occhi, natante in uno stagno ornato di fiori gialli, e ogni tanto do una spinta all’altra anitra dai rotondi occhi che nuota capovolta sotto di me… Infatti l’intero processo del divenire un’anitra (che forse Lawrence chiamerebbe la consumazione con l’anitra o con la mela!) è così eccitante che io posso appena respirare solo se ci penso. Perché , benché molti non possano andare più in là, realmente ciò non è che il “preludio”. Seguono i momenti in cui si è più anitra, più mela, o più Natasha di quanto queste cose possano mai essere, e così si creano di nuovo… […]

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